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domenica 15 maggio 2011

La morte non-è-altro che un'altra avventura

Ad un mio amico.






Un parco, bello verde.
Il nonno passeggia con il nipote, il nipote con il nonno ed entrambi con nessuno.
Si tengono per mano, se le stringono forti come tenaglie un bullone.
Tenersi per la mano in effetti apre sempre qualcosa, verso un altro mondo.


"Cos'altro vuoi sapere, piccolo? Credo che per oggi abbiamo parlato abbastanza...non ti accontenti mai, eh?"
"Nonno, io voglio sapere tutto. Tutto tutto"
"Non fare l'adulto, adesso. Tu che sei piccolo dovresti saperlo bene, nemmeno gli stupidi sanno tutto, tutto tutto."


Il nonno gesticola parcamente, sembra sospirare ma evita di gettare malinconia nella conversazione.


"Sai, piccolo, il segreto per sapere tutto è non sapere niente."
"Ma che dici, nonno?? Se non so niente come posso sapere tutto? "
"Puoi, puoi benissimo. Immagina di cercare il tuo pupazzo, sì, questo qui, in una scatola piena di tutto.
Lo troveresti? "
"Ma come fa una scatola ad essere piena di tutto? sarebbe grande come il mondo! "
"Non come il mondo, di più. Dai, rispondi alla mia domanda: troveresti ciò che cerchi, in una scatola piena di tutto?"


Il nipote, imbarazzato, si osserva le dita.
Accenna un conto ma ci rinuncia quasi subito, scuotendo la testa.
Quindi ammette:


"No, nonno.
Non lo troverei e, anche se lo facessi, ci metterei tanto, tanto tempo!"
"Esatto, è inutile sapere tutto.
Bene, piccolo, adesso svuota la scatola. Quanto spazio vedi dentro?"


Passa un cane, seguito dal padrone.
Il bambino non può fare a meno di notare la buffa panciona rigonfia dell'uomo, gli sembra un palloncino con attaccate due gambine corte corte.
Si chiede come faccia quell'uomo a fare pipì e, intanto, fantastica sulla sua panciona.
Quanto spazio ci sarà dentro, si interroga.


"Nonno, nonno se svuoto la scatola piena di tutto resta tantissimo spazio!! Credo che potremo entrarci io, te, la nonna, la mamma e pure il babbo, con la sua pancia."
"Dai, non fare l'egoista...mettici anche tuo fratello e Bill, il cagnolino.
Credo ci sia spazio per tutti, non credi?"
"Si nonno."


Arrivano ad un bivio.
Ghiaino sotto i loro piedi e verde smeraldo intorno a loro.
Sembra Hyde Park o, forse, è Hyde Park che sembra questo parco della mia fantasia.
Si siedono su una panchina, sorridenti.


"Che fatica, piccolo. Diventa sempre più faticoso camminare alla mia età."
"Perchè nonno?"
"Perchè sono passati tanti anni da quando ho imparato a camminare, ormai mi sto dimenticando come si fa quindi le mie gambe si offendono e si rifiutano di portarmi."
"Dovresti parlarci con le tue gambe nonno, io parlo sempre con le mie mani.
Vedessi che buffe sono quando la loro ombra sul muro diventa un coniglio.
Non smetteresti più di ridere!"


Il bambino ride, il nonno sorride.


"Vedo che hai capito, piccolo. Ma adesso ascoltami, ripensa alla scatola vuota.
Che succede, rifletti con attenzione , se togli anche la scatola stessa? Cosa ti rimane?"
"Ma come, nonno? Come faccio a saperlo se non so dove è la scatola??"
"Come mai ti interessa sapere dov'è?"
"Nonno dai smettila! Se non so dov'è come faccio a sapere cosa mi rimane?"
"Facile, la scatola conteneva tutto, poi l'hai svuotata e adesso l'hai dimenticata..."


Il bambino è confuso, si guarda i piedi che penzolano altalenantemente dalla panchina, cerca di riflettere ma non ce la fa.
Ripensa un attimo alla panciona del signore con il cane e risponde, così:


"Se...se l'ho svuotata dal tutto tutto ed ho tolto la scatola dove è andato il tutto tutto?
Come è possibile, nonno, fare finta che non esista il tutto tutto?
Come è possibile dimenticarlo?"


Il nonno sorride.
Uno di quei sorrisi da nonno che farebbero intenerire anche un diamante.


"Hai capito piccolo, finalmente.
Il vuoto è il tutto, senza di esso non potrebbe costruirsi nulla.
Resta così, non cambiare mai per carità.
Voi bambini avete fantasia, immaginazione...potete creare tutto dal niente e non avete la presunzione di farlo tutto in una volta.
Siete polvere di fata, per voi non esiste la sfortuna."


Il bambino annuisce, il suo sguardo fa intendere che ha capito.
Ha capito tutto.
















Juri Bonomi

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